Presentata un’interrogazione al Ministro Carfagna
Roma, 22 giu- “I fondi del contratto di sviluppo per le aree del sisma Centro Italia siano ripartiti sulla base del danneggiamento subito dai territori. Lo chiediamo in un’interrogazione al ministro competente, Mara Carfagna, affinché i bandi siano emanati nel rispetto di una operatività consolidata così da sostenere lo sviluppo omogeneo delle aree interne appenniniche”.
Lo afferma in una nota il deputato maceratese della Lega Tullio Patassini.
“Nella cabina di regia sisma in cui siedono i rappresentanti delle regioni e dei comuni colpiti, si è storicamente operato nella direzione di definire le scelte sulla base dei danni subiti da ciascun territorio. Poiché il Contratto istituzionale di sviluppo (CIS) è destinato a sostenere progetti e investimenti integrativi e complementari alla ricostruzione materiale per favorire la ripresa economica delle aree terremotate, è fondamentale che la distribuzione degli interventi tenga presente l’effettivo impatto che il sisma ha avuto sui territori. A fronte di un danneggiamento che oscilla tra gli 85 comuni delle Marche e 13 del Lazio, passando per i 15 o 16 di Umbria e Abruzzo è evidente che criteri diversi dall’impatto percentuale impedirebbero al CIS di perseguire le sue stesse finalità”, conclude.
Ecco il testo della mia interrogazione:
Interrogazione a risposta scritta 4-09445
presentato da: PATASSINI Tullio
testo di: Venerdì 4 giugno 2021, seduta n. 518
PATASSINI. — Al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:
da notizie di stampa si apprende che il 28 aprile 2021 è stato formalizzato l’avvio del «Contratto istituzionale di sviluppo del cratere Centro Italia», previsto dall’ultima legge di bilancio con una dotazione di 160 milioni di euro e finalizzato a sostenere la crescita economica delle aree colpite dal sisma: 100 milioni di euro stanziati dalla legge di bilancio e 60 milioni di euro provenienti dalla contabilità speciale del commissario. A questi potranno affiancarsi i 50 milioni frutto dei risparmi della Camera dei deputati affidati alla cabina di regia di Palazzo Chigi;
il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) è destinato a sostenere progetti e investimenti integrativi e complementari rispetto alla ricostruzione materiale degli edifici, per favorire la ripresa e lo sviluppo dell’economia delle aree colpite dai terremoti del 2016 e 2017;
le aree di intervento individuate sono cinque: ambiente e risorse naturali, cultura e turismo, trasporti e mobilità, riqualificazione urbana e infrastrutture sociali con l’obiettivo di avviare i progetti entro l’estate;
fonti di stampa riferiscono che è in emissione un bando, emanato dall’Agenzia per la coesione territoriale, a cui potranno partecipare centri di ricerca e università, anche in cooperazione con enti pubblici, imprese pubbliche e private, operatori specializzati, purché con sede nelle regioni interessate. Tra i settori di intervento previsti ve ne sono alcuni a sostegno della creazione o del potenziamento di centri di ricerca, per il trasferimento tecnologico, oppure per l’ampliamento dell’offerta formativa universitaria. Le attività potranno fare riferimento alle aree di intervento incluse nel Piano nazionale della ricerca 2021- 2027 e spaziano dalla salute alle attività sociali, dal digitale al green;
lo stanziamento previsto per la misura suddetta è di 60 milioni ripartito in maniera paritaria (15 milioni ciascuno) per ciascuna delle quattro regioni in cui ricade il cratere del sisma (Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria); sono 5 milioni l’anno dal 2021 al 2023;
lo sciame sismico si è diffuso in maniera non omogenea tra le regioni; si stimano oltre 80 mila immobili lesionati tra cratere e fuori cratere di cui il 56 per cento ubicati nella regione Marche, il 16 per cento nella regione Abruzzo, il 15 per cento nella regione Umbria, il 13 per cento nella regione Lazio;
si ricorda che l’Abruzzo ha visto coinvolti 103.483 abitanti (7,8 per cento della regione) 3 province, 23 comuni, il Lazio 72.798 abitanti (1,2 per cento della regione) una provincia, 15 comuni, l’Umbria 57.505 abitanti (6,5 per cento della regione) 2 province, 15 comuni e le Marche 348.473 (22,6 per cento della regione) 4 province, 85 comuni;
nelle riunioni della cabina di regia per il sisma 2016, a cui siedono i rappresentanti delle 4 regioni, oltre che dei comuni colpiti, si è storicamente operato nella direzione di definire le scelte sulla base dei danni subiti da ciascun territorio; in una logica di equità e di equo sostegno alle popolazioni colpite, ogni intervento su quei territori non può quindi prescindere dalla valutazione suddetta, ed essere strettamente legato agli effetti che il sisma ha causato –:
se il Ministro interrogato, nell’elaborazione dei bandi, intenda prevedere, per il contratto istituzionale di sviluppo, una distribuzione degli interventi su base regionale che tenga presente l’effettivo impatto che gli eventi catastrofici dei terremoti del 2016 e 2017 hanno causato sui territori, come sopra evidenziato, al fine di sostenere lo sviluppo omogeneo delle aree interne appenniniche.